Processi implicati nella Comprensione del testo scritto e strategie per potenziarla.

Cosa significa essere un buon lettore?

Forse essere sufficientemente rapidi nel leggere un testo? Oppure leggere bene a voce alta senza commettere neppure un errore? Partendo da questo presupposto molti di noi potrebbero autodefinirsi buoni lettori anche approcciandosi alla lettura di articoli scientifici particolarmente specifici o difficili trattati filosofici: magari durante il compito potremmo aver avuto la necessità di rallentare un po’ la nostra velocità di lettura per poter leggere correttamente parole lunghe e sconosciute, ma tutto sommato saremo comunque riusciti a completare il nostro esercizio. Bene! Ma se ci chiedessero di rispondere ad alcune domande inerenti al testo che abbiamo appena letto? Probabilmente avremmo la necessità di ritornare sul nostro trattato e “modificare” il nostro modo di leggere, curando meno la velocità e soffermandoci su altri aspetti. A questo punto, forse, per poter rispondere alla nostra domanda di apertura dovremmo provare a riformularla e chiederci: “Quando leggo, riesco a capire?”.
Essere “un buon lettore” difatti significa comprendere ciò che si legge, ma anche essere consapevoli di non aver compreso ed attivare quindi delle strategie per poter risolvere i nostri dubbi.

 

Leggere un testo non sempre significa comprenderlo

Non di rado difficoltà di comprensione del testo, nell’ambito dei Disturbi Specifici di Apprendimento, vengono considerate conseguenza di una difficoltà di lettura ed associate per questo alla Dislessia. Tuttavia, nella pratica clinica, ci troviamo spesso ad accompagnare nel loro percorso di crescita, bambini e ragazzi con difficoltà di decodifica, ma che non mostrano alcuna fragilità in esercizi di comprensione del testo scritto; o al contrario, di riscontrare tali fatiche in bambini che non presentano difficoltà di lettura.
Non fraintendiamo però: sicuramente l’essere un accurato e veloce lettore risultano fattori importanti per poter accedere adeguatamente alle informazioni contenute all’interno di un testo scritto; ma come abbiamo potuto riscontrare già all’inizio di questo articolo, una lettura corretta e veloce non è sufficiente.
Comprensione del testo e lettura sono due competenze strettamente connesse, ma sostenute da processi cognitivi differenti tra loro. Saper leggere significa essere capaci di associare ciascuna lettera (grafema) al suo suono corrispondente (fonema) e riuscire quindi a “decifrare” correttamente le parole presenti in un brano. Comprendere un testo è, invece, un vero e proprio compito di problem solving; è un processo attivo (perché il compito di lettura viene affrontato attraverso l’utilizzo di piani e strategie), costruttivo (il significato del testo, infatti, viene “costruito” gradualmente) e dinamico (un buon lettore sarà in grado di accedere completamente al significato del brano che sta leggendo, solamente se riuscirà a creare un’interazione con il testo); sarebbe perciò riduttivo demandare tale competenza esclusivamente alle abilità di lettura.

 

Cosa serve per comprendere un testo scritto?

Gli ingredienti necessari sono certamente molti, abbiamo già parlato della capacità di riuscire a leggere in maniera adeguatamente rapida e corretta, ma come preannunciato dovremo aggiungere tanto altro:

  • Attenzione: può apparire una considerazione banale e scontata quella che per poter capire quanto stiamo leggendo sarà necessario prestare attenzione quando lo facciamo; ma a chi di noi non è capitato di ritrovarsi a fine paragrafo e solo in quel momento rendersi conto che stavamo pensando ad altro e che non eravamo sufficientemente concentrati? Riuscire a mantenere quindi una buona attenzione sarà senza dubbio un elemento in grado di aiutare la nostra comprensione;
  • Una buona dose di competenze comunicativo-linguistiche: avere un ampio bagaglio lessicale e quindi conoscere il significato delle parole presenti nel testo, ma anche una buona comprensione morfosintattica tale da riuscire a comprendere strutture frasali anche complesse, aiuterà il lettore ad accedere più facilmente al contenuto del brano;
  • Anche conoscere l’argomento di lettura e di conseguenza recuperare le informazioni a nostra disposizione dalla memoria a lungo termine è un elemento di grande rilevanza: pensiamo ai nostri esempi di apertura, certamente se avessimo avuto adeguate conoscenze pregresse rispetto all’articolo scientifico che stavamo leggendo saremmo riusciti con meno fatica a comprendere il significato del testo a cui ci stavamo approcciando;
  • Ma la nostra memoria a lungo termine non è l’unica memoria che dovremo impiegare. Esiste infatti una particolare ed indispensabile forma di memoria a breve termine che ci permette di “tenere a mente” le informazioni per il tempo necessario per poterle rielaborare: la memoria di lavoro, ed in particolare la memoria di lavoro verbale. Questa ci permette di selezionare le informazioni più rilevanti del testo e di eliminare quelle meno significative, impedendo un vero e proprio “sovraccarico” del sistema.
  • Un importante ruolo lo gioca anche la nostra capacità di fare inferenze, ovvero di riuscire a dedurre e comprendere informazioni non esplicitate. Non sempre infatti, all’interno di un testo, tutti gli elementi risulteranno visivamente a nostra disposizione, come si sul dire: “saranno stati messi nero su bianco”, ma dovremo essere bravi a leggere tra le righe.
  • Ma sarà anche necessario sapersi interrogare sul tipo di testo che stiamo leggendo, monitorare la nostra comprensione in corso d’opera e riflettere sul tipo di strategie che potremmo adottare per poter accedere con maggiore rapidità e facilità a tutte le informazioni contenute: essere quindi consapevoli e conoscere le proprie capacità cognitive ed i processi utilizzati in corso di lettura (conoscenza metacognitiva).

 

Processi inferenziali e l’App Cloze 2

È stato verificato che molti bambini o ragazzi con difficoltà nella comprensione del testo faticano nel cogliere nella loro interezza concetti e/o significati se non esplicitati nel brano e “a leggere, quindi, tra le righe”. Stimolare tale abilità, perciò, risulterà importante per permettere al lettore di accedere con più facilità al significato profondo del brano che sta leggendo. Per poter promuovere questa competenza e quindi la capacità di predire parti del testo, è utile proporre esercizi di cloze.

L’App Cloze 2 della Piattaforma RIDInet nasce proprio con questa finalità: promuovere le competenze inferenziali per migliorare le abilità di comprensione del testo scritto. Il bambino durante il suo utilizzo lavorerà su testi scritti a cui mancano alcune parole e ne dovrà completare gli spazi vuoti scegliendo l’alternativa corretta tra quelle proposte. Il clinico si occuperà di configurare l’App e adattarla alle necessità del bambino e agli specifici obiettivi di trattamento, scegliendone accuratamente la difficoltà, ma anche il tipo di cloze su cui allenarsi: casuali, semantici, funtori, tempi verbali, nomi e aggettivi.

App Cloze 2 di RIDInet

App Cloze 2 di RIDInet

 

Alcune strategie utili

Come potremo facilmente dedurre non esiste un’unica regola o un protocollo da seguire; ma esistono una serie di utili strategie ed accorgimenti che possono aiutare a migliorare la nostra comprensione. Abbiamo ripetuto più volte che comprendere un testo è un’attività complessa, ma soprattutto attiva ed è proprio questo tipo di atteggiamento che dovremo avere quando ci troveremo ad affrontare le nostre letture. Certamente il numero di pagine da leggere o la lunghezza del paragrafo da studiare potrebbero intimorire, ma ricordiamoci sempre che all’occorrenza potremo attivare tutte le nostre “strategie” che saranno in grado di aiutarci ad alleggerire un po’ il compito.

 

Prima di leggere

  1. Non lanciamoci subito nella lettura, ma proviamo a prenderci un po’ di tempo per esplorare la nostra pagina. Molte informazioni potremo dedurle già con un primo sguardo! Osservando bene, infatti, ci accorgeremo che nel testo si troveranno parole in grassetto, altre scritte con carattere e/o colore diverso, ci potrebbero essere delle immagini e poi sicuramente sarà presente un titolo. Proviamo quindi a fare delle ipotesi: “Di cosa potrebbe parlare?” “Che tipo di testo è? Argomentativo, narrativo…?” (conoscere la tipologia di testo permette di prevederne la struttura tipica e di conseguenza di individuare con maggior rapidità e precisione tempi, luoghi, personaggi e fatti della storia), o ancora potrebbe essere utile chiedersi: “Cosa sono riuscito a capire leggendo solo gli indici testuali?”
  2. Proviamo poi a chiederci se conosciamo già l’argomento. Magari è stato oggetto di una lezione recente, oppure ne abbiamo già sentito parlare o abbiamo visto un video che raccontava proprio di questo e recuperiamo dalla nostra memoria tutte le informazioni a nostra disposizione. Questo ci aiuterà a capire meglio il testo quando lo andremo a leggere.

 

Durante la lettura

  1. Procediamo a piccoli step: soprattutto se il testo è molto lungo, potrebbe essere una buona strategia quella di dividerlo in sequenze ed attribuire a ciascuna di esse un titolo. Al termine di ogni sequenza ricordiamoci sempre di monitorare la nostra comprensione: “Ho capito quello che ho letto?” e nel caso in cui non tutto dovesse risultare chiaro, proviamo a trovare una soluzione.
  2. Come un investigatore cerchiamo di individuare le parole chiave contenute nel testo ed evidenziamole (anche utilizzando diversi colori) per poterle memorizzare meglio. Se dovessimo incontrare una parola nuova, proviamo a ricavarne il significato dal brano, oppure prendiamoci del tempo per cercarla sul dizionario.

 

Dopo aver letto

  1. Proviamo a rielaborare i concetti. Lo possiamo fare sintetizzando il testo, attraverso un riassunto, provando a ripetere o attraverso la costruzione di una mappa concettuale, che potrà essere personalizzata ed arricchita con immagini e colori e ci permetterà di recuperare rapidamente le informazioni con un rapido sguardo e supportare la nostra memoria.
  2. Infine, dovremo nuovamente prenderci qualche minuto per chiederci se tutto è chiaro e per esercitare quindi un controllo metacognitivo.

 

Mappa Italia fatta con SuperMappeX

Mappa del Territorio Italiano realizzata con SuperMappeX

 

Guidare i nostri bambini e ragazzi nella cura di questi aspetti e nella messa in pratica di strategie, li aiuterà a diventare dei buoni lettori!

 

 

 

 

Riferimenti bibliografici:
-Batini F. (2018) “Leggimi ancora. Lettura ad alta voce e life skills.”, Giunti Scuola, Firenze.
-Bertolini C. (2012) “Senza parole. Promuovere la comprensione del testo fin dalla scuola dell’infanzia”, Ed. Junior, Parma.
-ISS-SNLG-Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità, Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Roma, 20 Gennaio 2022.

 

 

A cura di: Cinzia Tarlini, Logopedista, Laboratori Anastasis

 

 

 

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