L’ingresso alla Scuola Primaria è un momento che segna un importante cambiamento nella vita dei nostri bambini e viene sempre vissuto con grande emozione dalle famiglie. Tra una corsa e l’altra per acquistare i più bei prodotti di cancelleria e qualche scatto per immortalare il primo giorno di scuola si nascondono, talvolta, anche un po’ di preoccupazioni.

Imparerà a leggere?

Ma li farà i compiti?

Chissà come andrà a scuola!?

…Perché di DSA si sente parlare sempre più spesso, ma (per fortuna) anche di prerequisiti dell’apprendimento.

In Prima dobbiamo arrivarci preparati e nel nuovo zainetto, tra astuccio, quaderni e borraccia dobbiamo trovare un bello spazio per le nostre abilità metafonologiche!

Ormai numerosissimi studi sottolineano una forte correlazione tra sviluppo di tali abilità e successivo apprendimento della letto-scrittura e raccomandano fortemente un loro allenamento in età pre-scolare e nel corso dei primi anni della scuola primaria. Un intervento precoce volto al loro rafforzamento permette di migliorare le competenze linguistico-espressive dei piccoli studenti e di accelerare i tempi di acquisizione di scrittura e lettura.

 

Cos’è la Metafonologia?

È “una particolare conoscenza metalinguistica che consiste nella capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono le parole del linguaggio parlato, operando con gli stessi adeguate trasformazioni” (Bortolini, 1995).

Provando a semplificare la definizione riportata sopra, potremmo definire le abilità metafonologiche come quella capacità che ci permette di riflettere sulle parole della nostra lingua non considerando il loro significato, ma ponendo attenzione alla loro struttura sonora: riuscire quindi a percepire e riconoscere (attraverso l’ascolto) i suoni di cui sono composte le parole e saperli manipolare a piacimento (dividendoli, unendoli, scomponendoli, scambiandoli ecc…).

Come anticipato lo sviluppo di queste abilità influenza quello della scrittura e della lettura e tale correlazione è da ricercarsi nelle caratteristiche proprie della nostra lingua. La lingua italiana, difatti, è una lingua ad ortografia trasparente: ciò significa che, fatta eccezione per alcuni suoni, ad ogni suono corrisponde un segno grafico (ad ogni fonema corrisponde un grafema) o se vogliamo dirlo in altro modo “l’italiano si legge come si scrive”. È per queste ragioni che per leggere e scrivere nella nostra lingua è necessaria una continua elaborazione di tutti i suoni che compongono le parole del linguaggio parlato e per poterlo fare il bambino deve presentare ottime abilità linguistiche: per poter scrivere una parola, ad esempio, dovrà innanzitutto riuscire a percepire di quanti elementi è composta, in secondo luogo riconoscerli, capire poi come sono disposti e solamente alla fine imparare e/o ricordarsi come sono rappresentati graficamente.

La letteratura ci racconta che già attorno ai quattro anni d’età i bambini iniziano ad interessarsi alla forma sonora delle parole, possono esprimere giudizi relativi alla loro lunghezza, scoprono che sono formate da sillabe e cominciano a manipolarle.

La proposta di attività mirate al rinforzo e/o allo sviluppo delle abilità metafonologiche nel corso dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia risulta quindi di fondamentale importanza!

 

Metafonologia globale e analitica

Fino a questo momento abbiamo accennato a competenze che si sviluppano indipendentemente dall’esposizione al codice alfabetico; secondo Morais (1991) però possiamo distinguere due tipi di consapevolezza metafonologica: quella globale e quella analitica. Queste abilità si sviluppano gerarchicamente, passando da globali ad analitiche con l’acquisizione della lingua scritta.

Cerchiamo di fare maggiore chiarezza: la consapevolezza metafonologica globale si sviluppa in età pre-scolare, dai quattro anni (come abbiamo visto sopra) e si basa sul concetto di sillaba. Ci aspettiamo quindi che un bambino attorno ai 5 anni d’età abbia acquisito una buona dimestichezza in compiti di:

  • Riconoscimento di sillaba iniziale di parole (riconoscere che “luna” inizia come “luce”);
  • Produzione di parole con uguale sillaba iniziale (rievocare e produrre parole che iniziano con la stessa sillaba, es: trovare parole che iniziano con “ba”);
  • Ricognizione e produzione di rime;
  • Segmentazione sillabica (dividere in sillabe le parole, es: “rana” 🡪 “ra-na”);
  • Sintesi sillabica (unire sillabe per formare parole, es: “so-le” 🡪 “sole”);
  • Discriminazione di coppie minime di parole (riconoscere come diverse due parole che differiscono tra loro per un unico tratto sonoro, es: “balla” e “palla”).

E che sia inoltre in grado di esprime giudizi sulla lunghezza di una parola (riconoscere che “gatto” è una parola corta, mentre “coccodrillo” è più lunga).

Con l’ingresso alla scuola primaria ed in seguito all’avvio dell’alfabetizzazione il bambino inizierà a spostare la propria attenzione dalla sillaba al fonema; scoprirà che le parole possono essere divise in elementi ancora più piccoli e diventerà capace di analizzarli separatamente; parliamo in questo caso di consapevolezza metafonologica analitica. Questa competenza non è innata, ma culturalmente indotta ed è strettamente dipendente dallo sviluppo della precedente. In questa fase ci aspettiamo che il bambino riesca a svolgere operazioni che prevedono:

  • Riconoscimento di fonema iniziale di parole (riconoscere che “sale” inizia come “suono”);
  • Produzione di parole con uguale fonema iniziale (rievocare e produrre parole che iniziano con lo stesso suono, es: trovare parole che iniziano con il suono “m”);
  • Segmentazione fonemica (dividere una parola nei singoli suoni che la compongono, es: “ape” 🡪 “a-p-e”);
  • Sintesi fonemica (unire i singoli suoni per formare parole, es: “m-o-r-a” 🡪 “mora”);
  • Manipolazione di suoni (elidere o aggiungere sillabe o fonemi ad una parola target, es: dire cosa rimane della parola “casa” se tolgo “ca-”).

Inizialmente i nostri bambini potrebbero avere un po’ di difficoltà nell’eseguire alcuni dei compiti sopra elencati e sarà perciò necessario allenare tali competenze per poter raggiungere una buona dimestichezza.

Ricordiamoci sempre che il gioco è il miglior strumento per apprendere ed inserire attività educative all’interno di una cornice ludica che permetterà ai vostri bambini di partecipare attivamente ed imparare divertendosi.

 

Alcune proposte per giocare con le parole

Ecco quindi alcuni suggerimenti di attività da fare insieme ai vostri figli o piccoli studenti:
Per allenare la segmentazione sillabica possiamo proporre davvero un’infinità di giochi, dall’utilizzo di tabelloni, giochi dell’oca strutturati ad hoc, memory, carte figurate e chi più ne ha più ne metta. Un’attività che solitamente permette di catturare l’attenzione anche dei bimbi meno interessati prevede l’utilizzo di tamburelli, tamburi o legnetti (prepariamoci a fare un po’ di musica!): al bambino viene mostrata una carta immagine e viene invitato a pronunciare la parola corrispondente dividendola a “pezzettini” e ad accompagnarsi battendo sul tamburo tante volte quante sono le parti di cui è composta la parola target; per chiarezza: se nella carta è raffigurata una “balena” il bambino pronuncerà una sillaba ad ogni colpo, in questo caso 3 (ba-le-na). Tra le varianti, se si è sprovvisti di strumenti musicali, possiamo invitare a battere le mani, fare dei salti o far rimbalzare una palla.

Anche nella proposta di attività per allenare la fusione sillabica possiamo sbizzarrirci. Alcune volte la costruzione di un contesto narrativo può aiutare il bambino ad interiorizzare più facilmente un concetto. In questo caso, dal momento che viene richiesto di unire le sillabe per formare una parola, potrebbe essere un’idea quella di sfruttare la figura del “robot”: chi, infatti, è più abile di lui a sillabare?! Potremmo perciò invitare il bambino a “ricomporre” alcune parole pronunciate dall’adulto o dal compagno/robot e attraverso lo scambio dei ruoli riusciremo ad allenare anche la segmentazione!

Per rinforzare la capacità di produrre parole che iniziano con la stessa sillaba o fonema ci sentiamo di rispolverare un gioco conosciutissimo, quello del “Bastimento carico di…:”, a lungo sfruttato anche per aiutare a superare la noia di interminabili viaggi. Se invece ci troviamo a casa o in classe l’attività di disegno (anche a coppie o in piccolo gruppo) può essere stimolante: assegnare una sillaba/fonema ad ogni gruppo o giocatore e chiedere di disegnare il maggior numero di cose che vengono in mente e che iniziano con lo stimolo target. Tra le varianti la ricerca di oggetti nascosti nella stanza e che iniziano allo stesso modo diverte molto anche i più grandi.

Se l’obiettivo è lavorare sul giudizio di lunghezza potrebbe essere divertente organizzare una vera e propria gara d’ascolto chiedendo al bambino di prestare la massima attenzione alla durata delle parole pronunciate dall’adulto o dal compagno e di collocare la carta raffigurante lo stimolo nell’apposita scatola (quella delle parole lunghe o quella delle parole corte). A gioco concluso possiamo poi ricontrollarle e stabilire quale tra le due categorie è la vincitrice della giornata.

Sviluppare le abilità di riconoscimento e produzione di rime è un requisito importante per il futuro avvio all’apprendimento della letto-scrittura. I bambini sin da piccolissimi sono abituati ad ascoltare, attraverso canzoncine o filastrocche, parole in rima, ma non sempre risulta chiaro il concetto e può capitare che fatichino a riconoscerle ed ancor di più a produrle. Sarà perciò necessario allenare i nostri bimbi all’ascolto e motivarli attraverso proposte di attività semplici e divertenti a potenziare tale competenza. Risulterà importante in una prima fase focalizzarci su compiti di riconoscimento e solo successivamente sulla loro produzione. A casa o a scuola possiamo procurarci o creare delle carte che fanno rima tra loro, come ad esempio “cane – pane” o “rosa – sposa”, mischiarle, disporle sul tavolo ed avviare così la ricerca delle coppie, oppure per facilitare il compito potremmo già selezionare una parola ed invitare il bambino ad indicare l’immagine che fa rima tra le tre opzioni disponibili. Quando il bambino sarà capace di svolgere questo compito con facilità sarà possibile proporre giochi finalizzati alla produzione di rime: inventare frasi pazze (“ecco qui il pinguino che suona il…VIOLINO”) o storielle divertenti e poi disegnarle o recitarle utilizzando giocattoli o pupazzetti che si hanno a disposizione è sempre motivante.
Teniamo a mente che la proposta delle attività dovrà sempre essere calibrata sulle competenze relative all’età dei nostri bimbi e non preoccupiamoci se non dovessero riuscire alla prima: con l’allenamento si impara!!

Quelle che vi abbiamo riportato sono solo alcune idee… Largo alla creatività e mettevi in GIOCO!

 

 

Riferimenti bibliografici:
-Benassi M., Giovagnoli S., Marotta L., Percorsi di ricerca-azione. Lo screening dei prerequisiti. Erickson Editore, 2017.
-Brignola M, Perrotta E., Giocare con le parole. Training fonologico per parlare meglio e prepararsi a scrivere. Erickson Editore, 2000.
-Brignola M., Perrotta E., Giocare con le parole 2, Erickson Editore, 2010.
-Meloni M., Dislessia. Lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria. Esperienze. Associazione italiana Dislessia. Edizione LIbriliberi, 2006.

 

Articolo a cura di:

Cinzia Tarlini – Logopedista, Laboratori Anastasis

 

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