Nei primissimi anni di scolarizzazione le prime figure che affiancano i piccoli alunni nello svolgimento dei compiti scolastici sono i genitori.

La pandemia, con i suoi mesi d’isolamento e la Didattica a Distanza ha incrementato di molto la percentuale di genitori che si sono visti coinvolti in misura sempre maggiore nel supporto dei propri figli sul fronte scolastico. Ciò ha permesso a molti di loro di osservare i punti di forza ma anche le eventuali difficoltà che i bambini incontrano nel loro percorso. Queste difficoltà possono essere temporanee – risolvibili nel tempo con l’esercizio – o costituire dei “campanelli d’allarme” di un possibile DSA.

 

Distinguere una difficoltà temporanea da un Disturbo Specifico dell’Apprendimento

 

Si utilizza l’espressione “Disturbi Specifici” poiché essi interessano un determinato dominio di abilità:

  • nel caso della Dislessia la lettura,
  • nella Discalculia il calcolo matematico, 
  • nella Disgrafia e Disortografia la scrittura, rispettivamente dal punto di vista motorio e ortografico.

È fondamentale riconoscere precocemente la presenza di un DSA, in modo da poter intraprendere il prima possibile il giusto percorso di presa in carico del bambino per impostare un potenziamento adeguato e per ridurre, inoltre, la probabilità di ripercussioni a livello psicologico.
Il potenziamento di alcune capacità cognitive può avvenire anche con bambini che frequentano gli ultimi due anni della scuola dell’infanzia.
Non sarà possibile prevenire lo sviluppo di un futuro Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma si potrà permettere al bambino di potenziare precocemente alcune abilità che costituiscono i prerequisiti fondamentali per l’apprendimento. 

 

Campanelli d’allarme osservabili nella scuola dell’infanzia

 

Esistono già alla scuola dell’infanzia campanelli d’allarme che possono essere predittori dello sviluppo futuro del DSA, non indicano quindi una certezza.
Queste difficoltà non devono obbligatoriamente essere tutte presenti, ma è necessario osservarne alcune:

  • difficoltà a orientarsi nel tempo: il bambino non riesce a distinguere presente, passato e futuro quando racconta qualcosa;
  • difficoltà a orientarsi nello spazio: il bambino non conosce concetti come dentro/fuori o sopra/sotto;
  • difficoltà nel ricordare delle sequenze: il bambino non riesce a ricordare le stagioni o i giorni della settimana;
  • difficoltà a seguire racconti orali, anche se con il supporto di immagini;
  • difficoltà nello svolgere giochi più complessi come puzzle o costruzioni più elaborate;
  • difficoltà a imparare il nome dei colori e i numeri fino al 10;
  • difficoltà nel disegno, nell’uso dello spazio sulla pagina, nel colorare all’interno dei margini;
  • difficoltà nell’ampliare il vocabolario e usare strutture grammaticali corrette;
  • difficoltà nella comprensione delle consegne;
  • difficoltà nella memorizzazione di canzoni e filastrocche;
  • scambiare una parola con l’altra e utilizzarla in modo errato all’interno della frase.

 

Campanelli d’allarme osservabili nella scuola primaria di primo grado

 

Una delle prime osservazioni che fanno i genitori è che il proprio bambino, in un primo momento, sembra acquisire le nuove competenze insegnate a scuola; ma a distanza di qualche giorno senza esercizio l’abilità è stata dimenticata ed è necessario riprendere da capo la procedura per poter affrontare eventuali esercizi: l’automatizzazione dell’apprendimento non è avvenuta.
Ciò comporta ovvie ricadute sul livello attentivo e di affaticabilità, con una conseguente presenza di reazioni emotive negative ed intense che si manifestano nel momento di esecuzione dei compiti: comportamenti oppositivi, di evitamento, crisi di pianto.

 

LETTURA

 

A differenza delle lingue ad ortografia opaca, come l’inglese, l’apprendimento della lingua italiana è più semplice poiché è una lingua ad ortografia trasparente; questo vuol dire che alla maggior parte dei segni grafici (grafemi) corrisponde un solo suono (fonema).
Difatti, una buona percentuale di bambini dislessici mostra una lettura sufficientemente corretta e la caduta che si manifesta maggiormente è quella nella velocità di lettura; pertanto è necessario prestare attenzione non solo alla eventuale presenza di errori di lettura ma anche al ritmo e alla velocità con cui un bambino legge.
Un altro aspetto da non tralasciare è il fatto che solo la lettura a prima vista è indicativa della reale capacità di decodifica del bambino; infatti, solitamente la seconda volta che il bambino legge lo stesso brano procede in modo più sicuro e spedito.
In questo caso la decodifica è supportata da processi mnestici, i quali permettono di anticipare il contenuto del brano. 

Caratteristiche osservabili nel bambino:

  • legge molto lentamente rispetto alla media della sua età, a volte legge sillabando;
  • confonde lettere simili dal punto di vista grafico (m-n, b-p, q-p, a-e);
  • confonde lettere simili dal punto di vista fonetico articolatorio (t-d, p-b, f-v);
  • salta le righe e/o le parole;
  • commette errori di anticipazione, cioè prova a indovinare la parola prima ancora di averne completato la lettura in tutte le sue componenti;
  • commette errori di omissione, aggiunta, cancellazione o inversione delle lettere: ad esempio omette le doppie o aggiunge lettere doppie quando non presenti;
  • legge accuratamente una determinata parola in un punto del testo, ma quando la incontra nuovamente commette errori come quelli sopra descritti.

 


SCRITTURA

 

La presenza di errori ortografici nella scrittura, qualunque sia il compito che il bambino sta svolgendo (copiatura, dettato o scrittura spontanea) va indagata valutando il grado di gravità dell’errore stesso ma anche il ritmo con il quale le complessità ortografiche sono state presentate durante l’attività.

Gli errori più gravi sono quelli fonologici, che vanno a modificare il suono della parola, come omissioni o aggiunte di lettere o sillabe, scambi di vocali o consonanti.
Altri errori sono infrazioni di regole ortografiche come l’uso del grafema h, l’apostrofo, i grafemi omofoni non omografi (le parole con c e q). 

Caratteristiche osservabili nel bambino:

  • non utilizza lo spazio del foglio in modo armonico;
  • commette errori frequenti nel copiare da un altro quaderno o dalla lavagna;
  • scrive con una grafia poco leggibile a causa del tratto grafico;
  • scrive solo in stampatello e/o ha difficoltà a scrivere in corsivo;
  • scambia lettere graficamente o foneticamente simili, ad esempio b-d, m-n oppure p-b, v-f;
  • commette errori di fusione o separazione di parole;
  • aggiunge o omette sillabe, lettere o componenti della parola.

 

CALCOLO

 

La prima spia a cui bisogna prestare attenzione è la presenza di difficoltà ad apprendere i numeri, ovvero fatica a contare un insieme di oggetti, a memorizzare la sequenza numerica, a memorizzare le tabelline e gli amici del 10, difficoltà ad abbinare il numero al suo segno, non immediata lettura dei numeri con necessità di contare con le dita prima di individuare il numero.

Caratteristiche osservabili nel bambino:

  • non riesce a contare i numeri come i bambini della sua età;
  • non riesce a recuperare i risultati delle tabelline;
  • confonde i simboli matematici;
  • presenta problemi nella scrittura dei numeri, ad esempio scrive il 3 al contrario;
  • omette i numeri;
  • pur mantenendo ottime capacità logiche, non riesce a comprendere la richiesta e lo sviluppo dei problemi matematici;
  • incontra difficoltà nella gestione del foglio e dello spazio, ad esempio non riesce a incolonnare i numeri nelle operazioni;
  • ha difficoltà nelle procedure matematiche.

 

ALTRE DIFFICOLTA’

 

  • orientamento nello spazio e nel tempo;
  • memorizzazione dei giorni della settimana, mesi dell’anno, successione delle stagioni, alfabeto;
  • lettura dell’orologio analogico e dell’ora;
  • riconoscimento della destra e della sinistra
  • impaccio motorio e movimenti fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni;
  • memorizzazione di termini specifici, date, elementi geografici.

Seppure non esaustive di tutte le possibili difficoltà che può incontrare un bambino con DSA, abbiamo riportato alcune indicazioni sui segnali a cui un genitore deve prestare attenzione poiché rappresentano campanelli d’allarme facilmente osservabili. 

E’ infine importante ricordare sempre che ogni bambino ha le sue peculiarità e le difficoltà non si manifestano per forza tutte o nelle stesse combinazioni.

Contenuti a cura di Laura Chiavaro, psicologa e Tecnico dell’Apprendimento, Laboratori Anastasis

 

Potrebbero interessarti

0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna al catalogo