Strumenti a confronto per un apprendimento efficace
Cosa sono: definizioni e funzioni
Le mappe concettuali e le mappe mentali sono strumenti grafici utilissimi per rappresentare il pensiero e organizzare la conoscenza. Entrambe possono facilitare lo studio, la comprensione e la memorizzazione, ma rispondono a logiche differenti. Per questo è importante innescare una riflessione per comprendere al meglio le loro caratteristiche e usarle al meglio.
Mappa concettuale
Le mappe concettuali, sviluppate da Joseph Novak sulla base delle teorie di David Ausubel, aiutano a costruire apprendimento significativo mettendo in relazione concetti nuovi con conoscenze già acquisite. Si fondano su una struttura gerarchica e reticolare, dove i concetti principali sono collegati logicamente a quelli subordinati attraverso parole-legame, hanno anche un ordine preciso che permette di orientarsi al meglio tra i concetti e sviluppare nessi logici e relazioni.
“La mappa concettuale è una rappresentazione grafica dei concetti espressi sinteticamente all’interno di nodi collegati da linee etichettate con parole-legame, che esplicitano la relazione tra i concetti. Le mappe concettuali sono strumenti per organizzare e rappresentare la conoscenza in modo gerarchico, facilitando l’apprendimento significativo.” (Novak, 2001)
Questo tipo di mappa stimola il pensiero logico, critico e metacognitivo. Come sottolineava Jean Piaget, il pensiero si sviluppa attraverso la progressiva capacità di astrarre, classificare e organizzare concetti: le mappe concettuali ne sono un’applicazione concreta.

Mappa mentale
Le mappe mentali, ideate da Tony Buzan, si sviluppano invece in modo radiale: da un’idea centrale si diramano parole chiave, immagini e simboli, seguendo un’organizzazione libera e creativa. Spesso vengono fatte a mano proprio per il loro carattere grafico.
“Una mappa mentale rappresenta sulla carta esattamente come si costruisce un concetto a partire dal suo fulcro, con tutte le connessioni che la nostra immaginazione sviluppa pensando. Utilizza colori, immagini e parole chiave per stimolare la creatività e la memoria.” (Buzan, 1993)
Queste mappe si prestano particolarmente al brainstorming e alla memorizzazione visiva, ma anche alla progettazione e riordino delle idee. Come evidenziava Lev Vygotskij, il pensiero si sviluppa attraverso strumenti culturali e linguistici, e le mappe mentali – grazie alla loro forza simbolica – aiutano gli studenti a rielaborare e interiorizzare i concetti in maniera del tutto personale, diventando così strumenti di supporto all’autonomia e alla crescita del pensiero.
“Ciò che il bambino può fare oggi con l’aiuto, domani sarà in grado di farlo da solo.” (Vygotskij)

Differenze tra mappe concettuali e mappe mentali
Risulta quindi evidente che le mappe concettuali e le mappe mentali, malgrado abbiamo un “carattere” simile, hanno anche notevoli differenze:
Struttura
Le mappe concettuali presentano una struttura gerarchica e reticolare, che esplicita le relazioni tra concetti attraverso collegamenti ordinati e progressivi.
Le mappe mentali, invece, hanno una struttura radiale più libera e non necessariamente gerarchica.
Relazioni tra concetti
Nelle mappe concettuali, le relazioni sono esplicite, descritte da parole-legame che spiegano il tipo di connessione, ad esempio:
- Causa-effetto: serve a spiegare una relazione di conseguenza tra due concetti.
Esempio: “Il fumo” → causa → “malattie respiratorie” - Funzionale (scopo/uso): indica la funzione o l’uso di un concetto.
Esempio: “Polmoni” → servono per → “respirare” - Temporale (sequenza): mostra l’ordine cronologico o la sequenza tra eventi.
Esempio: “Germinazione” → precede → “fioritura” - Condizionale (se… allora): rappresenta una relazione logica condizionale.
Esempio: “Se piove” → allora → “porto l’ombrello”

Nelle mappe mentali, le relazioni sono implicite e associative, basate sul flusso spontaneo del pensiero individuale.
Uso di immagini e colori
Le mappe concettuali utilizzano immagini e colori in modo funzionale e schematico. L’uso del colore deve avere una logica, così come quello delle immagini, in modo da essere un gancio per la memoria e non diventare un distrattore.
Le mappe mentali, invece, fanno ampio uso di colori vivaci, simboli e immagini evocative, che aiutano la memorizzazione facendo forza sulla creatività del singolo.

Finalità
Le mappe concettuali sono ideali per categorizzare informazioni, costruire schemi logici, preparare esposizioni complesse.
Le mappe mentali possono essere utili per brainstorming, sintesi e studio mnemonico.
Ma quale mappa scegliere?
Se sei uno studente, la scelta tra mappa concettuale e mappa mentale dipende principalmente da ciò che vuoi ottenere e dalle tue caratteristiche di apprendimento.
Hai bisogno di organizzare contenuti, preparare un’esposizione, capire le relazioni logiche? Probabilmente la mappa concettuale è lo strumento più adatto.
Vuoi generare idee, fare brainstorming o ricordare rapidamente informazioni attraverso parole chiave e immagini? In questo caso, la mappa mentale può essere più efficace.
Ognuno ha il proprio stile di apprendimento, e conoscere questi strumenti aiuta a scegliere quello che meglio si adatta alle proprie modalità cognitive. Quanto detto fino ad ora vale tanto per uno studente o una studentessa con DSA quanto per tutti gli altri.
Se sei un docente, la logica è simile, ma con una responsabilità in più, poiché si ha l’obiettivo di arrivare a più studenti possibili.
La mappa concettuale può servire a strutturare un percorso didattico, presentare il programma, spiegare relazioni tra concetti complessi.
La mappa mentale, invece, può essere usata per stimolare l’espressione personale, visualizzare idee e attivare l’intelligenza visiva. Molto importante è ragionare sull’accessibilità dei materiali che vengono proposti agli studenti.
L’uso di tecniche miste in classe e quindi associare alle proprie lezioni mappe concettuali e mappe mentali consente anche di stimolare i diversi stili di apprendimento e canali sensoriali privilegiati degli studenti, differenziando la didattica non solo a casa ma anche a scuola, rendendo quindi le proprie lezioni più inclusive.
Riflessioni conclusive
E quindi che fare? Meglio ordine o dinamismo? Meglio immagini o struttura?
Se entriamo nell’ottica della flessibilità come metodo di lavoro allora le mappe concettuali e le mappe mentali non sono strumenti da contrapporre, ma strumenti da conoscere e integrare.
Ogni persona apprende in modo diverso: per questo è fondamentale essere flessibili nella scelta degli strumenti e delle strategie. La stessa mappa, costruita per uno stesso argomento, può prendere forme diverse a seconda di chi la crea e dell’obiettivo che si pone.
Le mappe concettuali e le mappe mentali funzionano quando vengono usate con consapevolezza, nel modo giusto, al momento giusto e dalla persona giusta.Conoscere questi strumenti significa dare a sé stessi e ai propri studenti la possibilità di imparare meglio, con più consapevolezza, più autonomia e più fiducia nelle proprie competenze.
Bibliografia
- Ausubel, D. P. (1968). Educational Psychology: A Cognitive View. Holt, Rinehart & Winston.
- Buzan, T. (1993). The Mind Map Book: How to Use Radiant Thinking to Maximize Your Brain’s Untapped Potential. New York: Plume.
- Novak, J. D. (2001). L’apprendimento significativo. Le mappe concettuali per creare e usare la conoscenza. Trento: Erickson.
↳ Orig. Novak, J. D. (1998). Learning, Creating, and Using Knowledge. Lawrence Erlbaum Associates. - Bateson, G. (1972). Steps to an Ecology of Mind. New York: Ballantine Books.
- Piaget, J. (1970). The Science of Education and the Psychology of the Child.
- Vygotskij, L. S. (1978). Mind in Society. Harvard University Press.
A cura di: Chiara Tomesani – Psicologa del Centro di Apprendimento Anastasis