Cos’è la normalità? E la diversità?

Il concetto di normalità è molto spesso dato per scontato, come se fosse un valore assoluto o un significato comune per tutti… ma fermiamoci a riflettere: cosa significa “normale”?
Secondo il dizionario, “normale” significa usuale, abituale, regolare, qualcosa di comune che ci aspettiamo di trovare negli altri e in noi stessi. Questa stessa definizione, però, ci rimanda a dei criteri molto soggettivi, legati al contesto, alla prospettiva e ai punti di vista. Facciamo degli esempi, cercando di banalizzare le mille sfaccettature degli esseri umani per rendere più chiaro il concetto: se passeggio in una città della Svezia, è “normale” incontrare persone bionde e con gli occhi azzurri, mentre se faccio un giro in Turchia questo non è più “normale”; in una scuola di musica incontrerò persone molto brave a suonare degli strumenti e ciò sarà “normale”, ma se mi sposto in una palestra non è detto che lo sia… e gli esempi possono essere infiniti. La normalità non è quindi un dato oggettivo, ma nasce dall’incontro tra gli occhi e la prospettiva di chi guarda e le caratteristiche uniche di ciò che si guarda.
Riflettendo sulla normalità, è inevitabile non fare una considerazione sul concetto quasi opposto di diversità. Indubbiamente la nostra società sottolinea spesso le diversità: nel genere, nell’appartenenza territoriale, nella religione, nel colore della pelle… A ciò si aggiunge l’idea, anzi il pregiudizio, che ciò che è diverso, in quanto sconosciuto e imprevedibile, sia anche minaccioso e pericoloso. Di conseguenza, noi adulti siamo spesso spaventati dalla diversità e non facciamo altro che continuare a incasellare tutto in categorie “normali” o “diverse”. Se ci pensiamo bene, però, è diverso ciò che non è solito e abituale, ma i criteri della diversità, come quelli della normalità, sono del tutto soggettivi e ancora una volta sono nel punto di vista e negli occhi di chi guarda.

 

Proviamo a guardare la normalità con gli occhi dei bambini…

E se a guardare la normalità e la diversità fossero i bambini? Per loro è tutto molto semplice: i bambini non utilizzano tutte le categorie che noi adulti costruiamo e ereditiamo dalla società crescendo e facendo la nostra vita da grandi; per i bambini è tutto “normale” e “diverso” allo stesso tempo, nel senso che ogni persona, ogni esperienza, ogni elemento intorno a sé è spesso una novità, qualcosa di nuovo ed è solo con curiosità che possono approcciarsi al mondo. I bambini sono attenti osservatori e quindi se una persona ha un colore della pelle diverso dal suo oppure se non cammina sulle sue gambe ma sulla sedia a rotelle, non sfugge alla loro attenzione… semplicemente è difficile che per loro sia qualcosa di “normale” o “diverso”.
Sono tantissimi gli studi e le interviste che hanno osservato e documentato l’ingenuità dei bambini e la loro capacità di rapportarsi all’altro e a ciò che è diverso con molta più apertura mentale e meno categorie divisive. E tanto più i bambini sono piccoli e i condizionamenti sociali e culturali meno evidenti, tanto più la normalità perde di significato dal loro punto di vista. Anzi… la normalità può diventare noiosa, non stimolante, come se tutti facessero sempre lo stesso gioco, come se tutti avessero le stesse carte Pokemon o tutti conoscessero soltanto una canzone da cantare e ballare.

 

Come parlare allora di normalità e di diversità ai nostri bambini?

È proprio per questo che il compito di noi adulti è molto delicato. Sta a noi infatti far sì che le mille sfaccettature degli esseri umani non diventino categorie e contenitori scomodi e stretti, ma che diventino uno stimolo per aprirsi al mondo e per ribaltare il concetto di normalità, rendendola qualcosa di unico e di straordinario, di “diverso”.
Vediamo alcune idee per parlare di normalità e diversità in modo sano e costruttivo:

  • Informiamoci sul tema della diversità e non facciamoci trovare impreparati. Prima di tutto è fondamentale che noi adulti proviamo a superare le barriere dei pregiudizi e dei limiti che respiriamo nella nostra società e che raccogliamo informazioni, conoscenze e punti di vista su quante più variazioni possibili da ciò che reputiamo “normale”. Soltanto conoscendo la diversità possiamo trasmettere un messaggio pulito e neutrale su questo tema, senza lasciarci guidare invece dai pregiudizi e dalle paure.
  • Parliamo in modo chiaro e autentico di diversità. È fondamentale utilizzare parole semplici, esatte e non ambigue o vaghe per parlare delle tante sfaccettature degli esseri umani: dare il loro nome alle cose e anche alla diversità è il primo passo per arrivare all’idea che non ci sia nulla da nascondere e da negare nell’essere tutti diversi e che la normalità sta appunto in questo. Potremmo provare ad esempio a raccontare la diversità con storie e riferimenti pratici ai compagni di classe, a situazioni conosciute e anche a sé stessi. Tutti abbiamo qualcosa di diverso dagli altri: c’è chi ha gli occhiali, chi ha i capelli biondi o neri, chi ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, chi è forte in matematica e chi ha una religione differente; allo stesso tempo, tutti abbiamo qualcosa di simile che ci accomuna. Ricercare insieme con i nostri bambini tutto ciò nella quotidianità, è un’esperienza arricchente e molto stimolanti per grandi e piccoli.
  • Evitiamo di enfatizzare solo gli aspetti positivi della diversità. Potrebbe sembrare un controsenso, ma è bene che i bambini abbiano un’idea concreta e realistica: potersi muovere solo con la sedia a rotelle o poter sentire solo con un impianto cocleare non ci rende meno “normali”; allo stesso tempo ci potrebbe portare degli svantaggi nella vita di tutti i giorni. Piuttosto che focalizzarci su quanto possa essere positivo o negativo, proviamo a spostare il focus su quanto sia “normale” essere diversi e su quanto ognuno abbia le proprie caratteristiche con cui convivere e con cui relazionarsi al mondo. Non è una gara a chi è più “normale”, ma è un incastro di pezzi colorati e diversi di un puzzle.
  • Non diamo soltanto risposte, ma facciamo anche domande! Il tema della normalità è talmente ampio e complesso che non possiamo noi adulti avere la verità in tasca: chiediamo quindi ai nostri bambini cosa ne pensano, che emozioni provano e che idee hanno. Sarà bello scoprire quanto noi stessi possiamo imparare e parlarne come di qualsiasi altro argomento!

 

Un piccolo aiutino da libri e cartoni…

Sappiamo bene quanto sia difficile parlare di alcune tematiche come quella della normalità e della diversità. È proprio così, non è per niente facile!
I libri e i cartoni, però, possono aiutare noi adulti ad arrivare dove le parole non arrivano.
Ecco quindi qualche spunto per aiutare i nostri bambini a non rinunciare alla leggerezza e all’ingenuità con cui guardano il mondo e a condividere con noi adulti questo argomento così delicato.

  • Pezzettino” (Leo Lionni; 1975) – un libro senza tempo e super colorato nella sua nuova edizione che sottolinea quanto ognuno sia unico e quanto il confronto con gli altri possa essere utile solo se costruttivo.
  • “Piccolo giallo e piccolo blu” (Leo Lionni; 1975) – anche questo è un libro datato e allo stesso tempo molto attuale; si tratta di un albo illustrato, colorato e coinvolgente nella sua ultima edizione, che racconta la storia di un’amicizia che combatte le differenze e i pregiudizi, sottolineando quanto ci sia di “normale” e di bello nella diversità.
  • Vi stupiremo con difetti speciali” (Luca Trapanese, Patrizia Rinaldi; 2020) – un libro per bambini scuola primaria che racconta la disabilità attraverso tre storie vere; leggendolo possiamo imparare che la diversità è una grande risorsa: tutti siamo parte di un’unica famiglia, quella umana.
  • “I cinque malfatti” (Beatrice Alemagna; 2014) – è la storia di cinque tipi un po’ strani che trovano il modo di vivere felici e sereni nelle loro imperfezioni e nella loro diversità “normale”.
  • Luca” (Pixar; 2021) – uno degli ultimi film Pixar che è un inno alla diversità e all’unicità di tutti; è grazie all’amicizia e all’accettazione incondizionata che possiamo cogliere il valore aggiunto delle mille sfaccettature di ognuno di noi.
  • Pennuti spennati” (Pixar; 2000) – un corto firmato Pixar che fa divertire e riflettere su come nella vita di tutti i giorni la diversità ci allontani e ci spaventi e su quanto invece potrebbe essere fonte di arricchimento personale e di ispirazione.
  • “Nobody is normal” (Childline; 2020) – in poco più di un minuto, questo corto dolcissimo e di impatto ci fa riflettere su quanto la “normalità” imposta dalla società e dal mondo adulto sia triste e noiosa.

Libri, albi illustrati, film e corti su normalità e diversità potrebbero essere ancora tantissimi… Ma ricordiamoci anche di lasciarci incuriosire dalle storie di vita quotidiana che ci sono intorno a noi e ai nostri bambini: raccontiamole, condividiamole e valorizziamo l’idea di una normalità straordinaria!

 

 

 

A cura di: Nellia Arciuolo – Laboratori Anastasis

 

 

 

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