Capita spesso che insegnanti e genitori si chiedano come mai il proprio alunno ed il proprio figlio manifestino disagio in ambito scolastico o mostrino atteggiamenti negativi quando si parla di scuola a casa.

L’ottica che seguiremo in questo articolo considera il disagio o il malessere che alcuni bambini e ragazzi mostrano nei confronti della scuola come un’espressione legata alla relazione tra gli aspetti e le caratteristiche individuali da un lato, e il contesto e le figure di riferimento di ogni ragazzo dall’altro. Questo perché il livello individuale e quello sociale sono due aspetti fondamentali che interagiscono continuamente nella crescita di ogni ragazzo.

Alla luce di questa premessa, proviamo a riflettere su quali sono le dinamiche maggiormente coinvolte nel gruppo classe e in generale nel contesto scuola, e su quali sono i processi di crescita individuali che si sviluppano durante la scolarità.

 

Perché è importante il contesto scuola

La scuola è il primo ambito in cui si interagisce con i propri pari e si crea una socializzazione primaria (bambini con bambini, genitori con genitori..) quindi facilita i processi gruppali e le occasioni di inclusione in modo da diventare un punto di forza e un’ alleata per i ragazzi nel loro processo di crescita. Alla luce di questo, possiamo quindi affermare che è importante considerare sia la dimensione individuale di ciascun ragazzo ma anche quella più ampia “di sistema” in modo da promuovere il benessere scolastico. A proposito di questo, l’indagine OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) evidenzia che le scuole in cui gli studenti mostrano un maggior grado di soddisfazione hanno in comune le seguenti caratteristiche:

  • ordine e disciplina
  • coinvolgimento dei genitori
  • cura rispetto e fiducia degli studenti
  • una relazione positiva tra studenti e insegnanti

Osserviamo quindi che è importante una comunicazione sinergica tra tutte le figure coinvolte nella scuola in modo da poter avere un obiettivo comune e lavorare insieme per raggiungerlo.

 

Quali sono gli aspetti individuali maggiormente coinvolti nei ragazzi?

Ogni studente si confronta con le proprie competenze, abilità, punti di forza ma anche debolezze e fragilità all’interno del contesto scolastico e a casa al momento dei compiti. Gli aspetti coinvolti riguardano soprattutto le convinzioni che hanno rispetto alle proprie competenze, la percezione di sostegno degli adulti di riferimento quindi anche gli insegnanti ,(perché gli alunni li vedono come interlocutori di riferimento dopo quelli familiari e con loro si relazionano alla ricerca di conoscenze e di riconoscimenti-gratificazioni, proprio come avviene in famiglia), la motivazione a svolgere un compito e raggiungere un obiettivo, la paura dell’insuccesso.

È altresì importante osservare con quale atteggiamento i ragazzi si approcciano allo studio perché se predominano emozioni negative (ansia, paura tensione) il rischio è che l’apprendimento risulti fragile e il ragazzo si senta insicuro con il rischio che poi mettano in atto comportamenti di sfida o di evitamento per non affrontare una situazione che possa creare disagio (es: verifica, compiti a casa, discussioni sulla scuola a casa..) 

 

Dinamiche del gruppo Classe e la relazione con gli aspetti individuali

All’interno della cornice iniziale che considerava fondamentale la dimensione del contesto e quindi della socializzazione e della dimensione gruppale che si crea nella scuola tra i ragazzi, particolare attenzione va posta anche a come i ragazzi creino le loro relazioni e come gestiscono i conflitti. Anche qui le dimensioni individuali di ognuno sono strettamente legate a quelle relazionali che nascono nel gruppo, che a sua volta può essere un punto di forza nel creare costrutti psicologici importanti come ad esempio il Senso di Appartenenza, la fiducia reciproca, il clima emotivo generale.

È fondamentale per ogni bambino e ragazzo essere ben inserito nel gruppo classe perché, come evidenziato anche in letteratura, esiste una relazione tra i processi di apprendimento cooperativo e la formazione di un clima positivo all’interno del gruppo classe.

Risulta quindi importante che gli insegnanti e in generale la scuola considerino la dimensione delle competenze socio emotive. Nel processo di apprendimento infatti intervengono due tipi di fattori: quelli cognitivi, legati ai diversi modi di elaborare e interpretare le informazioni ricevute, e quelli affettivi, legati alla sfera emotiva, che vanno educati ai pari dei primi. La dimensione emotiva interviene sulle aspettative e sul rendimento globale della vita scolastica di un ragazzo. Per questo è importante che a scuola i ragazzi imparino a conoscere se stessi, le proprie emozioni, a gestirle e a comunicarle perché l’accrescimento delle competenze socio emotive permetterà ai ragazzi di gestire il rapporto con gli altri e affrontare i conflitti.

 

Cosa possono fare gli adulti di riferimento?

Alla luce di queste riflessioni possiamo affermare che la scuola può contribuire a facilitare l’emersione di dinamiche positive; anche i genitori, altri adulti di riferimento, hanno un ruolo importante in questo processo. Vediamo in che modo.

Come genitori possiamo:

  • offrire ai nostri figli uno spazio di ascolto in cui il bambino o il ragazzo si possa sentire libero di esprimere le sue fragilità o insicurezze;
  • costruire un’alleanza con il proprio figlio fino a quando non si sentirà capace di potercela fare
  • insegnargli a non aver paura degli errori ma a riflettere insieme su aspetti che possono essere modificati
  • incoraggiarlo attraverso atteggiamenti che sono d’aiuto ma non di giudizio, riconoscendo l’errore ma trovando insieme un’alternativa e analizzando meglio il compito e la situazione.

Questi piccoli spunti potrebbero agire su quelle competenze individuali di cui abbiamo parlato all’inizio, e quindi anche sull’atteggiamento e sulle emozioni negative coinvolte nei confronti della scuola.

Nello stesso tempo è importante che a scuola il sistema di insegnamento-apprendimento, sia basato non su emozioni come paura, vergogna e senso di colpa degli alunni, ma su emozioni positive e su atteggiamenti come la motivazione allo studio, la gratificazione, il senso di autoefficacia ossia quanto mi sento competente (Bandura, 1997, trad. it. 2000).Questi meccanismi cognitivi, infatti, sono considerati dei fattori predittivi positivi per il successo scolastico e favoriscono i processi di apprendimento.Sia che si tratti di disagio legato all’apprendimento o che si tratti di difficoltà più legate a dinamiche di gruppo, anche se come abbiamo visto questi aspetti sono molte volte connessi e si influenzano reciprocamente, potrebbe essere importante considerare il problema emerso come un segnale di malessere non da giudicare o punire ma come occasione di coinvolgimento sia del ragazzo che dei genitori in modo da sviluppare strategie collaborative efficaci per una maggiore comprensione e risoluzione.Il disagio manifestato dal bambino o dal ragazzo non deve diventare una fonte di vergogna e paura capace di bloccare lo sviluppo cognitivo-emotivo e relazionale. Il buon clima in classe diventa, infine, un’esperienza relazionale ed emozionale significativa per lo sviluppo personale e sociale degli studenti, infatti un atteggiamento positivo che tiri fuori le potenzialità di ogni alunno rappresenta sia una buona educazione socio emotiva (che come abbiamo detto precedentemente è fondamentale per la crescita e lo sviluppo di buone competenze relazionali ) ma potrebbe anche agire a livello di azione “preventiva” su certi comportamenti problema come ad esempio il bullismo.

Per concludere ci sembra importante sottolineare il lavoro sinergico tra la scuola e la famiglia, sin dalla scuola primaria, in modo da poter mettere in campo tutte le risorse positive presenti per realizzare un progetto condiviso a partire dal bisogno emerso del bambino o del ragazzo, in modo che anche lui percepisca un clima emotivo sereno e sicuro in cui potersi sperimentare senza aver paura di sbagliare.

Contenuti a cura della Dott.ssa Sandra Bozzi, Laboratori Anastasis

 

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