La dislessia non è una malattia. La dislessia è una caratteristica individuale.

Parliamo di ragazzi intelligenti e creativi, con un bellissimo pensiero divergente, ma che faticano negli apprendimenti di base, cosa non da poco, perché questo li porta a faticare molto più degli altri per mostrare le proprie capacità.

Cosa fare per aiutarli? Per permettergli di mostrare tutte le loro potenzialità?
Innanzitutto partiamo dal comprendere bene cos’è la dislessia, per poi focalizzarci sul primissimo strumento compensativo per uno studente dislessico, la sintesi vocale.

 

Mettersi nei panni di uno studente dislessico

 

Leggere con la dislessia

Leggendo questo testo potrebbero esservi successe due cose differenti: potreste aver letto lentamente cercando di capire tutto quanto, impiegando tanto tempo; oppure potreste aver letto velocemente il testo facendo moltissimi errori a discapito magari della comprensione. In entrambe le situazioni la fatica sarà stata alta e le energie si saranno consumate molto rapidamente. Immaginiamo di dover leggere e studiare un capitolo di storia, o magari due, con queste modalità e questa fatica. Ce la faremmo? Quanto potremmo resistere senza gettare la spugna? Cercheremmo di evitarlo? Come ci sentiremmo? Frustrati? Demotivati? Sbagliati? Stupidi?

Queste sono solo alcune delle sensazioni che rischiano di provare i ragazzi dislessici. Partire da un testo come quello che avete letto qui sopra è un banale tentativo per mettersi nei panni di questi, però ora possiamo fare un altro passo avanti e cercare capire tecnicamente cosa succede nel momento della lettura e scoprire dove sono le difficoltà.

Il processo di lettura infatti è estremamente complesso e può avvenire seguendo due percorsi distinti di elaborazione dell’informazione.

La decodifica può avvenire tramite la via fonologica o indiretta, che ci permette di leggere parole nuove o inventate, perché prevede la lettura lettera per lettera con successiva fusione, così da formare la parola; oppure tramite la via lessicale o diretta, che ci permette di riconoscere velocemente le parole che già conosciamo, partendo da una sorta di vocabolario interno. Piano piano il processo di lettura viene automatizzato, con l’allenamento e con l’esperienza non è più necessario leggere lettera per lettera, le parole vengono viste e quasi simultaneamente comprese. Questo processo di automatizzazione però non avviene nei ragazzi dislessici, che si ritrovano a leggere sempre lettera per lettera, si ritrovano a doverle fondere insieme e a consumare tantissima energia solo nella fase di lettura. L’automatizzazione della lettura non arriva mai, anche se la velocità e l’accuratezza possono migliorare e un dislessico può sia scrivere che leggere, non lo farà in modo automatico, anche usando al massimo le sue energie.

Così descritto il processo di lettura sembra forse un po’ fumoso; proviamo allora ad usare la metafora di Ania Siwek, psicologa scolastica americana. Provate ad immaginare il nostro cervello come un enorme insieme di garage che contengono informazioni. Ogni garage è dedicato a una specifica cosa da imparare, infatti il cervello ha specifiche zone per specifiche informazioni. Ora immaginiamo le informazioni come delle macchine che viaggiano nelle moltissime “autostrade” del cervello per arrivare al giusto garage ed essere immagazzinate. Le macchine sono tantissime, viaggiano veloce e il sistema di autostrade è molto intricato, ma ogni macchina di informazioni sa dove deve andare. Quando dobbiamo recuperare l’informazione l’auto ritorna al garage, la prende e la porta alla nostra memoria. In questo magnifico sistema di autostrade le informazioni possono viaggiare a tutta velocità perché non ci sono ostacoli o semafori, ci vuole un istante perché le nostre macchine prendano le informazioni e le portino a destinazione.

Quando si ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento le cose sono un pochino diverse. Ci sono sempre garage, macchine e autostrade, ma queste ultime non sono così libere, in alcune autostrade ci sono delle vere e proprie “code” e quindi alcune informazioni rimangono bloccate nel traffico e non si sa bene quando arriveranno a destinazione.

A volte la coda si smuove in fretta, mentre altre volte si resta fermi per ore. Un ragazzo DSA si ritrova quindi bloccato in mezzo a rallentamenti nelle autostrade della lettura, della scrittura e del calcolo. E’ stressante, frustrante e può fare male. Pensate all’ultima volta in cui siete rimasti bloccati in un ingorgo. Come è stato? Alcuni di voi probabilmente si saranno annoiati a morte, altri si saranno arrabbiati ed altri ancora avranno semplicemente atteso pazientemente, perché alla fine si arriva sempre.

La dislessia, come la discalculia, la disortografia e disgrafia, sono questo, un’ingorgo nelle strade dell’apprendimento canonico. Quello che è bene tenere a mente però è che c’è sempre un’altra strada per arrivare a destinazione, è una strada diversa e finché non la si percorre non possiamo sapere come sarà. Potrebbe essere più lunga, ma con una bella vista panoramica. Potrebbe essere una scorciatoia inattesa. Quel che è certo è che lì le macchine possono di nuovo muoversi e arrivare a destinazione. Bisognerà imparare a conoscere questa strada per evitare ostacoli e essere sempre più veloci ed efficaci, a volte servirà essere creativi e anche coraggiosi, ma piano piano tutto inizierà a filare liscio.

Una delle scorciatoie che possiamo esplorare con un ragazzo dislessico è certamente la sintesi vocale.

La prima delle scorciatoie: leggere con le orecchie con la Sintesi vocale

Se è vero che la dislessia ostacola l’attività di decodifica e contemporaneamente la comprensione del testo, allora dobbiamo trovare strumenti e strategie che compensino la lentezza e il numero di errori. In quest’ottica non si può che proporre ai ragazzi di “leggere con le orecchie” utilizzando la sintesi vocale, la scorciatoia per eccellenza.

La sintesi vocale è un programma che trasforma un testo digitale in audio. Una buona sintesi vocale permette ai ragazzi di scegliere le parti di testo che vogliono leggere, di scegliere la velocità di lettura e modificarla anche in corso d’opera e soprattutto permette loro di rileggere un testo tutte le volte che vogliono. La sintesi vocale non si stanca mai, non si annoia se deve rileggere la stessa frase dieci volte e non se la prende se le si chiede di leggere un pò più piano. Questi aspetti sono molto importanti perché la sintesi viene usata in testi scolastici, di studio e quindi sempre più complessi.

La sintesi è un modo alternativo per accedere al testo scritto, evitando gli ingorghi dell’autostrada della lettura, è una scorciatoia, una strada alternativa a quella canonica e troppo trafficata. Fornendo la sintesi vocale a un ragazzo dislessico gli diamo una nuova possibilità per risparmiare tempo ed energie, aumentando le sue possibilità di eccellere, ma soprattutto gli permettiamo di iniziare a fare da solo, di essere autonomo nella lettura e nello studio.

Tempi di addestramento e lettura attiva

Non dobbiamo però pensare che basti fare partire la sintesi per capire e apprendere, come ogni scorciatoia che si rispetti va conosciuta e percorsa diverse volte, per conoscere ogni curva alla perfezione e percorrerla bene e rapidamente.

La sintesi va utilizzata in modo attivo leggendo con le orecchie, ma non dimenticando l’importanza della componente visiva. La parte audio va integrata seguendo con gli occhi il testo in modo da sfuttare gli “aiuti” o “indizi” che la pagina del libro fornisce, ovvero immagini, parole in grassetto, box di apprendimento e tutto quello che permette di focalizzare l’attenzione sulle parti importanti del testo.

L’attenzione è certamente un altro punto su cui focalizzarsi; la sintesi richiede infatti buone capacità attentive e di ascolto per essere sfruttata al meglio e certamente richiede addestramento, esperienza e sperimentazione.

La fase di addestramento è fondamentale perché scegliendo una nuova strada per apprendere i ragazzi possono ritrovarsi spaesati: abbandonare l’autostrada che conoscevano vuol dire anche abbandonare le loro abitudini di studio e di conseguenza nasce il bisogno di costruirne di nuove. Non possiamo pensare che il semplice gesto di fornire a un ragazzo un pc possa essere la soluzione. Strutturare un nuovo metodo di studio che comprende la tecnologia, non può che richiedere tempo e addestramento.

L’uso della sintesi vocale, così come ogni altro strumento compensativo, porta all’autonomia, ma a piccoli passi, non esiste una bacchetta magica in questi casi, soprattutto perché si chiede ai ragazzi un grande sforzo, quello di destrutturare il proprio modo di studiare, di farlo in maniera diversa e creativa, di imparare a usare il computer e nuovi strumenti. Sono davvero tantissime richieste, per questo è necessario dare loro tempo e tenere a mente due concetti fondamentali, che sono gradualità e gratificazione:

  • Gradualità, perché le richieste sono tante e nessuno può passare da zero a cento in un secondo e perché, come diceva Vygotskij nel teorizzare la Zona di Sviluppo Prossimale, impariamo meglio se ci vengono poste sfide che vanno leggermente sopra alle nostre competenze attuali, se la sfida è troppo alta e vengono saltati i passaggi intermedi si rischia di cadere e non riuscire. Se voglio cambiare una lampadina posso provare a farlo saltando, ma usando una scala e salendo un gradino alla volta sarà molto più probababile riuscire.
  • Gratificazione, perché se un bambino, un ragazzo che già è in difficoltà spende tanto tempo per imparare nuovi metodi e percorrere nuove strade senza ricevere la minima gratificazione la sua autostima non farà che calare, così come la voglia di studiare, apprendere e provare nuove modalità.

La scelta di percorrere la scorciatoia della sintesi vocale è una scelta importante, che può aiutare i ragazzi dislessici nel diventare autonomi, nel credere di più in se stessi e, se adeguatamente accompagnati, ad eccellere nello studio e ritrovare il piacere della lettura, evitando la frustrazione degli ingorghi che hanno sperimentato già troppo spesso.

Contenuti a cura di Chiara Tomesani, Laboratori Anastasis

Bibliografia

  • CON-PENSARE I DSA GUIDA PER GLI INSEGNANTI FILIPPO BARBERA – Berton MA, Ciceri F., Craighero M., Dazzi V., Grandi L., Lampugnani G., Meloni A., Peroni M., Savelli E., Staffa N., Stella G.,
  • Strategie e tecnologie per l’apprendimento : risorse educative per famiglia e scuola, in Dislessia, n. 3, 295-307, 2006
  • Ania Siwek, Psy.D. All rights reserved. Siwek, A. (2009). Talking to Children about LD. Written for ldonline.org

 

 

0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna al catalogo