Quando arriva una diagnosi nell’ambito di un Disturbo specifico dell’apprendimento, sia esso dislessia, discalculia, disortografia o disgrafia. scuola e famiglia si attivano per rispondere con efficacia ai bisogni dell’alunno certificato con il PDP, il documento che descrive l’alunno, le sue difficoltà e i suoi punti di forza e indica tutti gli strumenti e le misure che la scuola può attivare per agevolarlo nel suo percorso.
In parallelo la famiglia può intraprendere un percorso di abilitazione e/o riabilitazione con il supporto di specialisti che hanno le competenze per attuare una serie di interventi volti al sostegno e benessere dell’alunno.
Che cos’è il trattamento riabilitativo dei DSA
La parola riabilitazione può trasmettere un significato legato al concetto di cura per il recupero di un’abilità persa, affermazione scorretta nel caso dei DSA.
È bene chiarire da subito che l’espressione “trattamento riabilitativo” rientra nel linguaggio ufficiale di chi opera in ambito sanitario, è utilizzata per qualsiasi trattamento ricada nella sfera della rieducazione ed è quindi estesa anche alle persone che hanno un disturbo specifico dell’apprendimento.
La parola “riabilitazione” è un’etichetta utile a richiedere e ottenere interventi mirati, ma occorre distinguerla dalla realtà della condizione delle persone con un disturbo specifico dell’apprendimento, un modo di apprendere caratterizzato da una matrice neurobiologica: una caratteristica individuale, quindi, e non un’abilità perduta a causa di traumi, patologie o altre cause.
Quando la lingua ufficiale può essere evitata, possiamo parlare di aiuto, di interventi che potenziano le abilità o di “abilitazione”, volti a migliorare e aumentare le capacità di scrivere, leggere, calcolare, con tutte le ricadute sul percorso scolastico e il futuro percorso di vita e di lavoro delle persone che hanno un disturbo specifico dell’apprendimento.
La riabilitazione dei DSA e ruolo della famiglia
Al centro degli interventi riabilitativi per i DSA c’è ovviamente il bambino o il ragazzo con le sue esigenze e la sua vita in contesti diversi: la scuola ma anche tutto il contesto extrascolastico, dove diventa centrale il ruolo di supporto della famiglia.
La famiglia, come la scuola, punta al benessere del bambino che ha ricevuto una diagnosi di DSA: è il primo attore in scena insieme alla scuola quando arriva alla diagnosi ma ancora prima, quando si rende conto e spiega che il bambino ha una difficoltà che termini con “pigrizia” o “svogliatezza” non possono spiegare, ma che ha origini neurobiologiche.
La famiglia che arriva alla consapevolezza, a un percorso di diagnosi e poi di trattamento è il primo e fondamentale sostegno del bambino, dal punto di vista psicologico e di messa in campo di strategie e percorsi riabilitativi.
Cosa fare, quindi, quando si riceve una diagnosi di DSA? La ricerca del trattamento più adeguato ed efficace è un passo fondamentale, perché il giusto supporto può portare a miglioramenti costanti e significativi nelle prestazioni dell’alunno con DSA.
Quando iniziare un trattamento riabilitativo in caso di DSA
Oltre all’identificazione precoce e agli interventi di potenziamento che la scuola o lo specialista può attivare non appena ci si accorge dei segnali di un possibile DSA, tutti gli interventi precoci sono potenzialmente utili, la famiglia e il bambino che ne colgono l’importanza saranno più disponibili a iniziarli prima possibile e poi a mantenerli nel tempo.
Clinici e figure di riferimento nelle prime fasi del rapporto con un possibile DSA e il suo trattamente possono contribuire a creare un atteggiamento positivo nei confronti degli interventi necessari.
L’incontro con lo specialista e le informazioni alla famiglia sul trattamento riabilitativo
La figura o le figure cliniche coinvolte nel trattamento riabilitativo devono informare e rendere partecipe famiglia e bambino, comunicando come svolgeranno il loro intervento e per quali obiettivi, individuati in base all’osservazione e ai test effettuati in fase conoscitiva.
Osservazione e descrizione del bambino, risultati dei test, proposta di lavoro e obiettivi da raggiungere sono contenuti in una relazione o documento iniziale da leggere e discutere con la famiglia nel momento detto “di restituzione”.
In questa sede, la proposta di trattamento potrà contenere anche tutte le indicazioni relative a:
- numero di sedute previste e durata
- dove si svolgerà l’attività: in studio, a casa, a scuola, ovunque lo specialista lavorerà con il bambino
- le attività proposte durante il trattamento, e quali strumenti verranno utilizzati
- la misurazione dei risultati: come verrà effettuata e poi “restituita” alla famiglia
- l’aggiornamento della relazione clinica, perché descriva sempre il bambino e il suo trattamento nella maniera più adeguata.
Il trattamento riabilitativo può coinvolgere direttamente la famiglia che può estendere il lavoro in studio continuandolo a casa, sulla scorta delle indicazioni dello specialista e della condivisione dei percorsi e dei miglioramenti del bambino.
Il supporto psicologico e la riabilitazione dei DSA
Il supporto psicologico è un aspetto fondamentale nell’ambito della diagnosi e degli interventi utili nei casi di disturbi specifici dell’apprendimento.
Lo psicologo, oltre che esperto di interventi e strategie riabilitative (e degli strumenti collegati), interviene anche nella sfera delle emozioni e degli stati d’animo che accompagnano la vita di un bambino o di un ragazzo con DSA che, oltre al successo scolastico, deve lavorare sulla sua autostima, la valutazione che ognuno di noi dà a se stesso, e dell’autoefficacia, cioè la fiducia nella capacità di fare e di poter ambire a determinati traguardi, che si lega alla nascita e al mantenimento della motivazione e alla capacità di agire in modo attivo, avendo fiducia nelle proprie possibilità.
Come capire se un trattamento riabilitativo sta avendo successo
Ogni trattamento riabilitativo prevede delle fasi di verifica degli obiettivi definiti a inizio trattamento, di solito seguita da una relazione condivisa con la famiglia e dalla decisione di continuare il trattamento o meno e, nel caso del proseguimento, su quali basi e con quali obiettivi.
La condivisione è un momento importante: tutte le figure che seguono il bambino possono contribuire segnalando i progressi e le abilità acquisite.
Il trattamento a distanza e la teleriabilitazione dei DSA
Un esempio di trattamento integrato che unisce lavoro in studio e lavoro da casa viene dalla teleriabilitazione, nel nostro caso con la piattaforma online RIDInet.
RIDInet è accessibile dal clinico, che imposta i percorsi individuali a seconda delle necessità, li supervisiona dall’interno della piattaforma e studia i miglioramenti grazie ai risultati delle esercitazioni che RIDInet conserva e permette di elaborare.
La famiglia che ha accesso a RIDInet trova un ambiente giocoso e motivante, dedicato al bambino, con tante app dedicate al lavoro su aspetti diversi: per migliorare la lettura, la comprensione del testo scritto, l’abilità di calcolo e molto altro ancora.
In questo modo, con sessioni più frequenti, costanti e veloci, il lavoro da casa affianca quello svolto in studio e migliora l’efficacia del trattamento.