Introduzione

La parola “intelligenza” deriva dal latino intelligere, che significa “comprendere”. L’intelligenza può essere considerata la capacità di una persona di affrontare e risolvere situazioni e problemi nuovi o sconosciuti con successo, utilizzando le proprie facoltà cognitive ed emotive. L’intelligenza può anche essere considerata come la capacità di un individuo di adattarsi efficacemente all’ambiente in cui si trova.
Parlando d’intelligenza e creatività, Charlie Chaplin diceva che “il nostro cervello è il giocattolo più prezioso che abbiamo”; esso ci accompagnerà per tutta la vita, ci permetterà di fare scelte e ci aiuterà ad inventare strategie per affrontare le sfide evolutive che ci attendono.
Vista l’importanza dell’argomento in questo articolo ci avventureremo oltre il Quoziente Intellettivo (QI) per esplorare le diverse sfaccettature dell’intelligenza umana.

 

Come si forma questa “macchina” chiamata cervello?

Il nostro cervello è formato da circa 86-100 miliardi di cellule, ognuna di esse ha dai 1000 ai 10 mila punti di contatto con altre cellule.
I neuroni (cellule del cervello) cominciano a formarsi durante la vita fetale, ancor prima della nascita. Fino ai 9-10 anni le connessioni del cervello crescono in modo frenetico formando tantissime sinapsi (connessioni fra le cellule).
Durante l’adolescenza, avviene una potatura, ovvero alcune connessioni vengono eliminate al fine di conservare solo ciò che è necessario; Gerald Edelman (premio Nobel per la medicina nel 1972) parla di “darwinismo neurale” secondo il quale nel cervello sopravvivono solo gli elementi più adatti. L’età più importante per allenarlo è il periodo dell’infanzia, quando le potenzialità della nostra mente sono pronte per essere espresse al massimo. Soprattutto in questo periodo si sviluppa quella che viene chiamata “intelligenza fluida” ovvero la capacità di inventare nuove strategie e di affrontare nuove esperienze.

 

Parliamo di intelligenza o di molteplici forme di intelligenza?

Nell’immaginario comune quando si parla di intelligenza si pensa al Quoziente Intellettivo (QI), come valore numerico che deriva da test standardizzati. Considerare questa come unica visione non rende giustizia alla complessità e alla ricchezza dell’intelligenza umana.
Grazie allo psicologo Gardner che nel 1983 propose la teoria delle intelligenze multiple possiamo pensare all’intelligenza come un insieme di abilità distinte ed interconnesse allo stesso tempo. Tra le diverse intelligenze possiamo considerare: l’intelligenza logico-matematica che ci permette di maneggiare bene i numeri e di risolvere problemi aritmetici o di logica, l’intelligenza spaziale grazie alla quale riusciamo ad immaginarci le rotazioni di un oggetto nello spazio, riusciamo ad interpretare una mappa o ad orientarci nello spazio, l’intelligenza linguistica che ci permette di usare le parole per dare spiegazioni e farci capire o capire i messaggi degli altri, l’intelligenza corporeo-cinestetica che permette di coordinare i propri movimenti in rapporto allo spazio, l’intelligenza intra e interpersonale che permettono di conoscere se stessi e le proprie emozioni per riuscire a comprendere e relazionarsi con gli altri e l’intelligenza musicale che permette di leggere e riprodurre o creare la musica. Negli ultimi anni è sempre più riconosciuto il ruolo dell’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Questo aspetto diventa fondamentale
per poter costruire relazioni sane e per poter raggiungere un benessere psicologico all’interno di una società sempre più complessa.
Ricordiamoci che ogni persona possiede un profilo di intelligenza unico, caratterizzato da punti di forza e fragilità, con combinazioni diverse fra le diverse aree. Quando l’individuo diventa consapevole del proprio modo di apprendere e funzionare può utilizzare i propri punti forza nella vita quotidiana e utilizzare le sue diverse forme di intelligenza per raggiungere un fine più alto, il bene comune.

 

Possiamo promuovere lo sviluppo delle intelligenze nei bambini?

L’intelligenza non è un fattore statico e immutabile in quanto può essere influenzata da diversi fattori, tra cui l’ambiente in cui si cresce e l’educazione che si riceve.
In qualità di caregiver possiamo giocare un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo dell’intelligenza nei bambini.
Il contesto in cui il bambino si trova ad interagire fa la differenza, offrire un ambiente stimolante diventa importante, è possibile mettere a disposizione giochi, libri, attività ed esperienze che favoriscano la curiosità e l’apprendimento.
Le scoperte e l’esplorazione vanno incoraggiate lasciando libero il bambino di esplorare i diversi contesti in cui si trova e lasciandolo libero di poter sbagliare. L’adulto che anticipa ogni mossa del bambino e si sostituisce a lui nelle azioni non rende autonoma questo tipo di competenza. L’adulto può diventare un modello positivo da seguire, è attraverso il modeling che possono essere trasmesse le esperienze da apprendere, sia di tipo pratico che emotivo.
Ricordiamoci di valorizzare le diverse forme di intelligenza (musicale, spaziale, corporea-cinestestica…) per riconoscere ed apprezzare le diverse abilità di ogni bambino.
Anche la gestione delle emozioni fa parte di quelle competenze che possono essere allenate e sviluppate sotto la guida di un adulto consapevole; è possibile parlare di tutte le emozioni per far sì che possano essere comprese ed espresse in modo positivo.

 

Conclusione

L’intelligenza non è un dono immutabile, ma una competenza che può essere sviluppata e allenata lungo tutto il corso della vita. È importante coltivare la propria intelligenza in tutte le sue forme per poter vivere una vita ricca e appagante.
Robert Sternberg, uno dei massimi studiosi mondiali dell’intelligenza e dello sviluppo cognitivo, parla di “intelligenti di successo” riferendosi a coloro che sono consapevoli dei propri punti di forza e debolezza, e che riescono a massimizzare i primi e correggere o compensare i secondi. Ogni individuo possiede un profilo di intelligenza unico, è importante conoscere sé stessi e le proprie forme di intelligenza per poterle utilizzare al meglio nella vita quotidiana e raggiungere i propri obiettivi e quelli a servizio della comunità. La collaborazione e la condivisione delle conoscenze sono fondamentali per affrontare le sfide globali del XXI secolo.

 

 

 

A cura di: Giovanna Cialdini – Centro di Apprendimento Anastasis

 

 

 

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